La mia recensione pubblicata su Mangialibri:
Kuala Lumpur, Malesia. Nel penitenziario di massima sicurezza si trova il noto apneista Jacques Reverdi, accusato di aver ucciso la giovane danese Pernille Mosensen. Sul corpo della donna sono state rilevate ventisette ferite da arma bianca perforante e tagliente, colpi che non hanno risparmiato arti, viso, gola e genitali. Un vero e proprio accanimento patologico, che i medici del luogo hanno identificato con l’amok, quella “sorta di follia omicida, con un qualcosa di magico, che si impossessa degli uomini in queste regioni”. Parigi. Marc Dupeyrat, giornalista di cronaca nera per “Le Limier”, non ha ancora superato due traumi che lo hanno portato a entrare in coma per diversi giorni: il suicidio dell’amico violoncellista e il brutale assassinio della fidanzata durante un viaggio in Sicilia. Il passato e il presente si mescolano nella vita di Marc, e forse l’unica cura è cercare di comprendere il marchio ancestrale del crimine, le pulsioni e le sensazioni provate da un assassino, immaginarlo nell’atto del massacro. Jacques Reverdi, accusato dell’uccisione e della scomparsa di alcune turiste nel Sud-est asiatico, potrebbe essere la persona che Marc sta cercando da tempo, il vero volto del Male. Così, decide di fingersi una studentessa di psicologia, Elisabeth Bremen, e instaurare un rapporto epistolare con il killer. Ma Marc non sa che da predatore si sta trasformando in preda e che il terribile assassino lo condurrà lungo una linea disseminata di corpi e terrore, la linea nera…
Un viaggio nella mente di un serial killer, un percorso di iniziazione per scoprire uno spettacolo terrificante. Jean-Christophe Grangé, autore del famoso I fiumi di porpora, tenta di farci comprendere cosa si nasconde dietro la follia di un assassino. E ci riesce benissimo. La linea nera non è un romanzo thriller, ma è il romanzo thriller che tutti gli appassionati del genere vorrebbero leggere. Storie che si intrecciano, identità nascoste, simboli, piste e indizi da seguire per giungere a una conclusione macabra e orribile. Il lettore si ritroverà a sfogliare le pagine di questo libro in apnea, in un limbo misterioso in cui è possibile rivivere – come Jacques Reverdi – la minaccia della pressione e la vertigine della profondità. Questo viaggio vi porterà a conoscere splendide mete turistiche asiatiche, che però si riveleranno anche luoghi pericolosi e carichi di morte. Grangé descrive dettagliatamente le città, la gente, la cultura e le peggiori forme di sfruttamento sessuale della Thailandia, della Malesia e della Cambogia, tanto da rendere ancora più credibile l’intera storia. Se siete pronti per affrontare il male e scoprirne i più angoscianti aspetti, allora non resta che augurarvi buona fortuna.
Letto da poco anch’io. Un thriller bellissimo, soprattutto nella parte iniziale…
Da come ne parli sembra veramente bello. Bene lo inserisco nella lista dei desideri.