12 febbraio 2020
Libri

Mara. Una donna del Novecento di Ritanna Armeni

Mara una donna del novecento_Ritanna Armeni

Era da un po’ di tempo che non leggevo un romanzo italiano così coinvolgente, ben scritto, equilibrato tra una parte storica che è protagonista e una vicenda famigliare che porta con sé numerosi risvolti emotivi. Ritanna Armeni, dopo averci regalato splendidi saggi e biografie, torna in libreria con Mara. Una donna del Novecento, un romanzo pubblicato da Ponte alle Grazie. Forse questo libro è nato da una precisa esigenza di colmare dei vuoti e delle omissioni: fare luce sulla storia delle donne durante il ventennio fascista è quasi un’impresa, perché siamo abituati all’immaginario fornito dalla letteratura (per lo più maschile) e dalla storiografia, e abbiamo preferito farcelo bastare. Ma ci siamo mai domandati come fossero le donne durante il fascismo e chi fossero le donne che si proclamavano fasciste? Il romanzo si apre nel 1920, troviamo subito Mara, una ragazzina di tredici anni che vive a Roma e partecipa alla vita politica che un po’ le viene imposta – come ben sappiamo – e un po’ ha lasciato che la prendesse così tanto da essere entusiasta di andare ai raduni fascisti e urlare Duce! Duce! in mezzo alla folla. Si seguono delle regole, ma si ottengono anche delle libertà come quella di uscire il sabato o fare ginnastica in calzoncini: Mussolini si prende cura delle donne e per questo si merita fiducia e devozione. E poi c’è un forte senso di appartenenza, di amore per la patria, c’è quello che definirei “sognare in grande”. Mara trascorre le sue giornate a studiare, leggere, vuole diventare una giornalista, o una scrittrice, ha voglia di raccontare ed essere ascoltata. Al suo fianco c’è l’amica e vicina di casa Nadia, che per tutta la sua vita sarà una fascista convinta, sicura e fiera di quell’ideale che ha nel sangue e per il quale è disposta a tutto. Nei momenti cruciali appare zia Luisa, anche lei fascista, ma dai toni più stemperati: sempre lucida, pronta ad aiutare e riportare quell’equilibrio nel cuore di Mara che è spesso sopraffatta da dubbi e preoccupata per le rinunce alle quali è costretta. In questo clima di benessere e speranza per il futuro, si fa sempre più vicino lo spettro della guerra, fino a quando non diventa realtà: le donne, prima relegate al ruolo di madri e mogli, con precisi doveri morali verso lo Stato e la famiglia, dovranno rimboccarsi le maniche, andare a lavorare, farsi bastare 150 grammi di pane e imparare l’arte della contrattazione per qualche cipolla in più. All’improvviso la priorità non è più andare in Piazza Venezia ad ascoltare i discorsi di Mussolini, ma sopravvivere.

Ritanna Armeni ha scritto la storia di una ragazza normale, che come tutte le donne di quel periodo ha avuto un suo percorso rispetto al regime fascista e rispetto a se stessa, in una città come Roma perfetta per esprimere una vicinanza anche fisica all’uomo che seduceva con i suoi discorsi dal balcone. In questa normalità senza spazio per gli eroismi viene raccontato il crollo del fascismo che coincide proprio con l’entrata dell’Italia in guerra: la crisi è dovuta anche all’assenza di cibo, non si hanno le forze per sostenere un partito che ha ridotto così le persone. È proprio qui che le donne capiscono tutte le contraddizioni del fascismo, che le medaglie alle madri con più di sette figli non valgono niente nei momenti più bui. Non per tutte le donne è stato così, nel libro si fa riferimento anche alle 6.000 volontarie che hanno preso parte alla Repubblica Sociale Italiana, sperando in una rinascita del regime, imbracciando i fucili e facendo sentire la voce di quell’autonomia femminile desiderosa di combattere per la Patria e di ottenere gli stessi diritti degli uomini. Un femminismo nero lontano dal modello di donna imposto durante il ventennio. L’ennesima contraddizione di un regime totalitario. Ho apprezzato la scelta di inserire alcuni capitoli in corsivo per dare forma alle vicende oggettivamente storiche e che aprono la strada ad ulteriori approfondimenti, ed è proprio in questa selezione che si avverte di più la voce di Ritanna Armeni. Mara non è un libro sul fascismo, ma un libro sul ribaltamento delle situazioni, sul cambiamento, sui ruoli che ci vengono assegnati, sulle scelte subite, sulla storia che travolge milioni di vite e che a volte decide per chi si trova in mezzo, senza guardare in faccia chi sia dalla parte giusta o da quella sbagliata.

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