I librai indipendenti hanno votato: martedì 19 marzo al Circolo dei lettori di Torino sono stati annunciati i sei libri vincitori del Premio Selezione Bancarella 2019. Adesso bisogna attendere la finalissima, che si svolgerà il 21 luglio a Pontremoli. Il Bancarella, oggi giunto alla sua sessantasettesima edizione, è un premio letterario assegnato ogni anno dai librai insieme alla Fondazione Città del libro e alle Associazioni dei Librai Pontremolesi e delle Bancarelle. Si tratta di un importante riconoscimento basato sulle vendite, per questo entrano in gioco i principali attori di questo successo, i librai appunto.
Ecco la sestina con i finalisti:
Elisabetta Cametti, Dove il destino non muore, Cairo
Alessia Gazzola, Il ladro gentiluomo, Longanesi
Tony Laudadio, Preludio a un bacio, NN Editore
Marino Magliani, Prima che te lo dicano gli altri, Chiarelettere
Marco Scardigli, Évelyne, Interlinea
Giampaolo Simi, Come una famiglia, Sellerio
Fa indubbiamente piacere vedere alcuni nomi e alcune case editrici indipendenti. Quest’anno il Presidente del premio è Sara Rattaro, vincitrice nel 2105 con il libro Niente è come te, pubblicato da Garzanti. Dopo l’annunciazione della sestina, Ignazio Landi, Segretario del Bancarella, ha commentato: «Il dado è tratto. Dopo aver raccolto le segnalazioni da parte dei librai indipendenti, il Comitato del Premio Bancarella ha dato alla luce questa meravigliosa sestina, figlia di una selezione scrupolosa e importante. La collaborazione con questi pionieri del libro, che da così tanti anni, prima di gerla in gerla e ora di libreria in libreria, ci fanno conoscere il meglio dell’editoria italiana passando attraverso numerose tempeste, ci rende orgogliosi e rinnova la speranza di un proficuo proseguimento di questa diffusione certosina e professionale del libro di qualità che viene consigliato quotidianamente ai lettori».
Ammetto che quel “di gerla in gerla” abbia suscitato la mia curiosità, di conseguenza ho cercato subito qualche informazione sulla nascita di questo premio così particolare e ho scoperto che ha radici antichissime:
La nascita del Premio Bancarella è dovuta alla tradizione dei Librai Pontremolesi, fenomeno particolare e unico in Italia. Dall’alta Lunigiana, terra di grande emigrazione, dai paesi di Montereggio, Parana, Pozzo, Mulazzo, Busatica, Filattiera, Bratto, sono partite generazioni e generazioni di librai ambulanti. Per i venditori ambulanti pontremolesi l’appuntamento era in primavera al passo della Cisa, sull’antico itinerario della via Francigena, che divide la Lunigiana dalla Padania. Nei verdi prati dell’Appennino si svolgeva il rito sacro dell’assegnazione delle zone dove andare a vendere, in modo da evitare l’inutile e dannosa concorrenza, e scambiarsi le preziose informazioni per rifornirsi dei libri. Difficile trovare dove comprare libri a prezzo conveniente e adatti alle esigenze della loro clientela. L’ideale era trovare un editore dove acquistare i resti di magazzino coi pochi soldi ricavati dalla vendita delle castagne, del formaggio e delle foglie di gelso.
Una vita piena di grandi sacrifici, ma anche di tante soddisfazioni per i risultati commerciali, i successi economici e i consensi culturali. Scrive Oriana Fallaci che nel 1952 partecipa alla nascita del Premio Bancarella: «Non avevano confidenza con l’alfabeto, ma “sentivano” quali libri era il caso di comprare e quali no: in virtù di un sesto senso che, dicono, è stato loro donato dal demonio in un’ora di benevolenza». Oltre agli almanacchi, utili a scandire la vita dei campi, i Pontremolesi acquistavano nell’Ottocento libri popolari come I reali di Francia, il Guerin Meschino, i Tre moschettieri, Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno, le Poesie del Giusti, la Genoveffa, la Massima eterna e altri libri di preghiere, l’Orlando Furioso, la Gerusalemme Liberata, le Tragedie del Manzoni e perfino il Boccaccio. Con la gerla piena di libri, pietre da limare e altra merce, andavano per le campagne soprattutto del nord d’Italia a vendere con mille accorgimenti i libri ai contadini. «Aprivano per esempio una pagina qualsiasi dell’Orlando Furioso e cominciavano a declamare. Non leggevano, ma ripetevano le ottave che avevano sentito leggere da altri. I contadini, dopo essersi fatti giurare sulla Madonna dei Sette Rosari che lì dentro c’erano scritte proprio quelle belle parole, si decidevano a prendere il libro per non meno di dieci soldi».
Se volete approfondire, qui trovate maggiori dettagli.
Non ho letto tutti i libri finalisti, ma ho già iniziato a fare il tifo per uno di loro. Dita incrociate, il 21 luglio è dietro l’angolo.