13 maggio 2015
Tecnologia

Grandi ZenMotion se ci fosse ancora Pet Society

Il sindaco di Pet Society

Nonostante passi 3/4 della mia giornata attaccata al telefono, non sono una che sta ore davanti ai giochini. Se devo giocare come si deve, ho bisogno di una console e, possibilmente, di Call of Duty. Ma non è stato sempre così. C’è stato un tempo in cui studiavo, andavo all’università e giocavo a Pet Society. Ve lo ricordate Pet Society? Io stavo buttata là sopra non ore, ma giornate intere, con tanto di account fake su Facebook per poter comprare più roba possibile, fare gli scambi, partecipare alle aste, mandare regali agli animaletti amichetti e, soprattutto, FARE SOLDI. L’obiettivo del gioco – e delle mie giornate – era proprio raccogliere più monete possibili da spendere in vestiti, accessori, mobili per la casa, parrucche di ogni forma e colore. Il mio alter ego pelosetto si chiamava Skunk (aveva gli occhi di un verde intenso, mettiamola così), ovviamente era una femmina, e io cercavo di non farle mai mancare nulla. Le cambiavo arredamento ogni settimana, passando dallo stile shabby chic a quello minimal tutto nero, una settimana aveva il parquet in camera, quella dopo zompettava su piastrelle di cristallo. Un giorno la vestivo da punkabbestia, poi le mettevo la parrucca bionda, il vestitino nero e le perle perché riceveva tante visite di cortesia. Forse con quel nome poteva destare sospetti, ma nei sacchetti trasparenti aveva solo i semi per far crescere nel suo immenso giardino alberi di mele, fiori a forma di cuoricini (grandi soddisfazioni i negozietti nel periodo di San Valentino) e piante di caramelle. Giuro, piante di caramelle. La vita dovrebbe essere proprio come quella di Pet Society, con il baratto come forma di sussistenza e i bagni arredati meglio del mio monolocale.

Pet Society

Però l’hanno chiuso, fine dei giochi. Spero ci sia un paradiso per tutte quelle povere bestiole che pulivo e strofinavo con tanta forza per vedere comparire le monetine che mi avrebbero permesso di comprare una nuova borsetta da abbinare ai sandaletti color malva. Sì, Skunk era proprio il mio alter ego. E questa doppia vita ce l’avevo solo tra le mura di casa, perché a Pet Society si giocava dal PC. Pensa se avessi avuto l’app sullo smartphone. Come minimo non mi sarei laureata. E pensa se ci avessi giocato sullo Zenfone 2, con quel display da 5.5 pollici e la tecnologia TruVivid che mi avrebbe fatto capire subito che la parete del salone necessitava di un altro quadro e che su quella mensola vicino al frigo ci voleva una boccia coi pesci rossi. Però, in compenso, con lo Zenfone gioco a Criminal Case e Trivial. E, pensate, lavoro anche! Il tempo da dedicare ai giochini e alle app è poco, quindi Asus ha pensato bene di ottimizzare le ore della nostra giornata, già cariche di impegni  quali bere tanta acqua, fare almeno 30 minuti di camminata e dormire 8 (ahahahah) ore a notte. Grazie alla nuova interfaccia utente Asus ZenUI è possibile accedere subito alle app più utilizzate. Basta con questa storia di digitare codici alfanumerici per sbloccare il telefono, ché tanto ci metto 20 anni perché sbaglio sempre e poi aspetta, cerca l’app, ma dov’è, l’ho cancellata, spostata, messa in una cartella invisibile a me e al mondo che mi circonda. Con ZenMotion posso interagire con il telefono attraverso un semplice gesto delle dita: tipo che disegno una C sullo schermo e si attiva subito la fotocamera, oppure faccio una W e si apre il browser. Ovviamente, è possibile personalizzare e associare una lettera all’app preferita. Se ci fosse stato ancora Pet Society, sarebbe stata quella la mia app preferita (sì, ok, anche Instagram, ma Pet Society di più).  Il prossimo passo sarà interagire con la forza del pensiero. Sono sicura che Asus ce la farà.

Tutto questo brulicare di applicazioni, poi, è al sicuro con Trend Micro Security, l’antivirus integrato: la casetta della mia Skunk non avrebbe temuto un attacco alieno e la sua collezione di maschere di Halloween sarebbe stata sempre al sicuro.

Zenfone 2

Sul telefono ho scoperto una cosa che si chiama SnapView, che è in grado di separare lavoro e vita privata, creando due diversi profili di accesso per app, foto e file di ogni tipo. Ve l’avevo detto che i miei profili fake avrebbero avuto un senso: avrei potuto mandarmi i pacchi regalo senza sloggarmi ogni volta. No, ma dico, ho la tecnologia che mi viene incontro in tutti i modi e io non posso sfruttarla al meglio per le mie operazioni di shopping selvaggio nel mondo dei piccy sempre belli e profumati. Non sempre, a volte avevano le mosche intorno a causa della scarsa igiene. Ricordate anche questo?

Comunque, è giunto il momento di partecipare attivamente ai problem che l’esistenza mi mette davanti : io ho un telefono che mi permette di fare tantissime cose in poco tempo. Se non ci credete, guardate questo video che vi mostra tutte le amenità dello Zenfone 2. Adesso uscitemi un’app decente che mi faccia rimpiangere pure l’ora che dedico alla pausa pranzo. Oppure fate tornare al più presto il sindaco di Pet Society. È il popolo della rete che ve lo chiede.

Il sindaco di Pet Society

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