Venerdì 19 settembre, mentre tornavo a casa a un orario molto gggiovane ma non troppo come le 2 di notte, ho incontrato un’amica che non vedevo da tempo. Dopo un giro di squittii vari, che solo noi femmine sappiamo fare quando cerchiamo di raccontarci le news degli ultimi cinque mesi in tre minuti e mezzo, abbiamo avuto il seguente scambio di battute:
– Cosa fai nel weekend?
– Eh, domani mattina vado a Roma.
– Scommetto che vai a correre.
Ecco, io qui vorrei chiudere il sipario immaginario, girarmi e andare via. Perché ormai la gente sa tutto di me. Sono consapevole di pubblicare tanto sui social, e che in una settimana tipo il mio piano editoriale su Facebook si compone di 12 foto di quando corro sul Naviglio, 5 attività di Runtastic e 3 post di lagne per qualche dolore dovuto all’anzianità. Però questa cosa che tutti, ma proprio tutti, anche quelli che non conosco, sanno quanti chilometri ho macinato il giorno prima (true story alla Festa della Rete), un po’ mi stupisce e un po’ mi fa ridere. Inizio a sentire una certa responsabilità nei vostri confronti.
Comunque. Sì, sabato mattina ho preso il treno per raggiungere la Capitale e partecipare domenica 21 settembre alla Blood Runner, la manifestazione sportiva che ha l’obiettivo di dare un contributo al raggiungimento dell’autosufficienza di sangue nel Lazio, promuovendo così la cultura della donazione. Ho condiviso questa avventura con tre super sportivoni: Danilo Goffi, numero uno del running, Rossana Cuoccio, tra le migliori #cityrunners in circolazione, e Pietro Zarlenga, runner e guida spirituale in maglia adidas.
Il nostro weekend romano è iniziato sabato pomeriggio nel punto vendita LBM Sport (via Tuscolana, 187), specializzato in running e in accoglienza calorosa all’ennesima potenza. In occasione del Boost Experience Tour 2014, Rossana ed io ci siamo ritrovate nei panni delle Signorine adidas, con tanto di tenuta ufficiale che ha fatto letteralmente impazzire le quote rosa presenti nel negozio. Il pomeriggio è passato tra foto di rito, selfie, chiacchiere con i runners de Roma, consigli su quale tipo di adidas acquistare in base agli allenamenti e alle performance, elenco di tutte le gare alle quali sarebbe bello partecipare da qui al 2020. Fortunatamente avevamo a disposizione un vassoio pieni di biscotti per i cali di zucchero. Parlare di corsa, sport e gare fa bruciare calorie, ve lo assicuro.
Fa bruciare così tante calorie che alle 20.30 ci siamo ritrovati tutti da Er Podista a mangiare pizza, baccalà, fiori di zucca fritti, supplì, la frutta no perché gonfia. Sono arrivata all’età di 28 anni senza sapere che sapore avesse il baccalà fritto. Adesso lo so, e vorrei mangiarlo ogni santo giorno. Abbiamo conosciuto Mimmo, il proprietario, che con tutta la sua pacatezza ha raccontato: “Non è facile conciliare lavoro e allenamenti, però quando decido di andare a correre, punto la sveglia alle sette, e non c’è nulla che mi fermi. Adesso sto preparando tre-quattro mezze“. Mimmo ha 65 anni. E si allena per fare gare di 21 km. Signori, questa è la corsa. Come si fa a non stimare una persona così tenace, che continua a seguire la sua più grande passione con quell’entusiasmo che solo gli sportivi – e i runners pazzi – dimostrano al primo sguardo? Io dove penso di andare con i miei 10 km? Forse farei meglio a ritirarmi dalla vita sportiva e dalla vita in generale.
Ecco che arriva il giorno della gara, io ho ancora in testa le parole di Mimmo, e sono carica come una molla, nonostante l’umidità e il caldo già alle 7 di mattina. Si parte dal Gianicolo, uno dei tanti posti meravigliosi di Roma. Prima di iniziare a correre, io Rossana e Danilo ci spariamo una quindicina di selfie, veniamo intervistati e facciamo conoscere il mondo dei #cityrunners anche nella Capitale. Perché tutti devono sapere quanto ci piace correre nella squadra di adidas e quanto ci piace correre per sostenere una manifestazione così importante.
Siamo pronti per affrontare questi 8 km di gara (competitiva e non). Io, però, non sono pronta per affrontare un percorso che mi lascia a bocca aperta: Villa Pamphilj non è un parco, è un sogno. E lo dico con tutta la consapevolezza di chi ha affrontato correndo salite killer sotto il sole e schivato buche di ogni dimensione. Una versione di Giochi senza frontiere per runners, circondati da chilometri di verde e alberi secolari. Avrei voluto fare duecento foto, ma purtroppo sono riuscita a farne solo centoventi. La prossima volta mi impegnerò di più (a fare foto, non a correre).
I vincitori della Blood Runner ce li abbiamo solo noi: Danilo, primo classificato per la gara competitiva, e Pietro, per quella non competitiva. Io e Rossana abbiamo avuto l’onore di consegnare i premi ad alcuni vincitori. È stato il nostro momento di gloria: sul palco eravamo noi, i campioni e Miss Simpatia con tanto di fascia. La prossima volta voglio anch’io una fascia, una roba che ispiri fiducia nel prossimo, qualcosa tipo “Miss Runner domani”.
Adesso passiamo al commento tecnico della gara:
1. Percorso meraviglioso. E abbiamo visto solo 1/4 del parco.
2. Organizzazione perfetta dall’inizio alla fine. Nei punti più “a rischio” erano presenti dei ragazzi che tutelavano la nostra carriera di runners. Non finirò mai di ringraziarvi.
3. Verde, tantissimo verde. Così tanto che è diventato il mio colore preferito.
4. Ho corso tutto il tempo con il naso all’insù, senza ascoltare musica e senza controllare il ritmo medio. Ogni tanto ci vuole, e questa è stata l’occasione giusta per concentrarmi solo sul panorama e ascoltare i commenti dei vicini in puro romanesco style.
5. Umidità da Sud Est asiatico. Ma in fondo Milano e Parma mi hanno abituata bene.
6. Ristoro a base di crostatine all’albicocca e brioche. Perché il recovery meal è il pasto più importante della giornata, come sostiene una ricerca condotta dall’Università di Harvard.
7. Fighi pazzeschi a ogni chilometro. Questo è un dettaglio fondamentale per chi, come me, ha degli obiettivi da raggiungere (Roma 1 – Milano 0).
Conclusione: a quando la prossima corsa a Roma?
Sono passati dieci giorni, io sono ancora in piena saudade, tanto da organizzare un weekend romano il prima possibile. E nel mio percorso ci saranno sicuramente LBM Sport per un saluto agli amici runners, una tappa (anche più di una) da Er Podista per fare il pieno di energia e calorie, e una volata sulla terrazza del Gianicolo per riempire gli occhi di gioia e le gambe di acido lattico. Poi per riprendermi, andrò a fare un giro a Trastevere, come mi ha insegnato Pietro. E magari ci resto, perché come disse Gilbert Keith Chesterton:
È insensato andare a Roma, se non si possiede la convinzione di tornare a Roma.
allora segnati ‘sta data: 1 novermbre – la corsa dei santi.
e non dimenticare la terza domenica di marzo. se continui così prima o poi ti tocca
Sei la mia agenda personale, grazie! 🙂
Cosa c’è la terza domenica di marzo? Ho paura di scoprirlo…
ma. mara. marat…..
Seeeee, fammi prima arrivare a una mezza.