Immaginate i giorni della Milano Fashion Week. Immaginate che sia la settimana della Moda Uomo. Immaginate di vivere e lavorare in via Tortona. Anche se non vi è mai importato nulla di stili e tendenze e non sapete pronunciare la parola “clutch”, sappiate che trovarsi nella via degli showroom per eccellenza, vi farà cambiare idea molto velocemente. Premetto subito che in fatto di moda sono credente, ma non praticante. O, comunque, praticante a modo mio, grazie al supporto di Mrs. Zara e Mr. H&M. Quando si parla di vestiti, scarpe, borse, accessori, io non capisco più niente, vado in trance, quella vera, che Paul van Dyk non riuscirebbe a farmi raggiungere neanche con un raddoppio dei bpm. Vivere da vicino la Fashion Week mi ha permesso di conoscere più approfonditamente alcuni brand, i loro lavori, le scelte artistiche, perché in fondo di questo si tratta, di arte. Ed è stato bello scoprire nuovi stilisti e designer con un’impronta originale e riconoscibile già dalla prima sfilata.
Ho avuto la fortuna di godermi questa Fashion Week già qualche giorno prima dello start ufficiale, quando ho iniziato a notare lungo la via un certo movimento di giovani alti, belli e dalle sopracciglia depilate meglio delle mie. Tutti con la sigaretta tra i denti e i book sotto il braccio, alla ricerca della felicità. Tutti provenienti da ogni parte del mondo, Stati Uniti, Germania, Francia, Grecia, per poi approdare su quella spiaggia fatta di passerelle e giochi di luci, che probabilmente i filtri di instagram non sarebbero in grado di riprodurre. Sono stati giorni di sfilate, party e metro piene di modelli. Ho visto l’uomo classico, l’uomo sportivo, l’uomo intellettuale, poi ho visto semplicemente l’uomo figo passare proprio sotto casa mia, con la sua maglietta sdrucita e i jeans vissuti di una vita pari a tre giorni, grazie ai lavaggi chimici.
In una settimana mi sarò innamorata almeno 70 volte, lasciando soprattutto un pezzo di cuore alla sfilata di LAIFEI (minuto 2). Anzi, ne approfitto per chiedere la lista dei nomi dei modelli e gli eventuali profili sui social, perché anche le mie doti di stalker hanno un limite. Oppure organizzate una Fashion Week per le mezze stagioni – che esistono ancora, basta creare inutili allarmismi di mutamenti climatici, guarda il set di maglioncini di cotone e giacche di pelle sempre pronti a salvarti -, così non devo aspettare mesi e mesi prima di rivedere il mio Principe Azzurro Pantone 0821 U.
Per l’occasione, il mio futuro marito si è messo nei panni del macadam hippy, di quell’uomo che «ama farsi notare, che gira il mondo, ma che non vuole per questo rinunciare ai suoi look», come spiega lo stilista Mario Dice. A parte che ho dovuto googlare macadam, ma occhei, ci tengo a tranquillizzare Principe Azzurro, dicendogli che può girare il mondo quanto vuole e ricordandogli che le coordinate del mondo sono esattamente tra Porta Genova e via Tortona. La geografia prima di tutto.
I colpi di fulmini non sono finiti qui, perché non è bene porsi limiti quando si ha una certa predisposizione d’animo del tipo Ella si va, sentendosi laudare, benignamente d’umiltà vestuta. Insomma, quando una è presa bene, senza scomodare troppo Dante. Io mi sono presa una sbandata per l’intero fashion show di Philipp Plein, fatto di fuochi d’artificio, di Theophilus London che fa il cattivo del Bronx sospeso per aria, del djset di Marcelo Burlon con musica un po’ elettronica e un po’ tanto hip hop, di pioggia di squali gonfiabili, palloni e coriandoli. Un party a metà tra la festa delle medie (di quello ricco e figo) e il Capodanno più divertente degli ultimi cinque anni.
Mi sono innamorata della nuova collezione di The Bridge, che insieme a Pininfarina ha realizzato una linea di accessori ispirata all’idea di viaggio, poi presentata a Palazzo Cusani. Un viaggio che unisce la passione per la tradizione e gli elementi classici alla praticità dello stile contemporaneo. E poi, diciamocelo, chi non si farebbe una gita fuori porta su un’auto Pininfarina rossa fiammante, con un paio di borse Legacy e un’immensa voglia di avventura? Il Principe Azzurro di cui sopra è invitato al weekend in collina. E so già che le Legacy saranno quattro.
Ma, si sa, gli amori di vecchia data tornano sempre alla ribalta. Proprio come al party di Stella McCartney, una delle mie stiliste preferite dai tempi di Chloè. L’ho vista per la prima volta dal vivo, dopo anni e anni di foto sulle riviste e di video su youtube. Sempre più amore per lei e per la collezione primavera 2015 presentata all’Orto Botanico di Brera, nel quale, oltre a servire ottimi spritz, c’era il carretto dei gelati con i gusti nocciola, caramello e ricotta con arancia. Passeggiare in mezzo a scarpe e fiori fa venire fame, Stella non è una sprovveduta e ha pensato a tutto. Ha pensato anche di invitare una guest star come Steven Tyler, perché l’evento non poteva essere troppo bucolico, avevamo bisogno di una sferzata di energia. Sferzata di energia che ho anche deciso di immortalare in una foto, come la peggiore delle bimbeminkia.
Così è finita pure questa settimana della moda, via Tortona è tornata alla sua normalità con un numero più accettabile di modelli per strada, e io mi ritrovo ancora coriandoli in casa e nelle scarpe, un vaso di rose gentilmente offerto da Stella all’Orto Botanico e la speranza di incontrare presto il mio Principe Azzurro. Anche con una maglietta sdrucita e i jeans di una vita fa.