16 febbraio 2014
Libri

My Boyfriend is a Bastard – Luca de Santis e Damiano Clemente

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Chi non ha mai avuto un fidanzato bastardo. Come dite, voi no? Arriverà, abbiate pazienza. Altrimenti, l’unica spiegazione possibile è che il fidanzato bastardo siate proprio voi, e in tal caso fatevi due domande.

Per tutti coloro i quali hanno avuto il dispiacere di condividere il cuore e il letto con un essere la cui controfigura è quella di Satana, ecco My boyfriend is a bastard, un pamphlet diLuca de Santis e Damiano Clemente per ricordare quello che avete passato in N giorni in cui “pensavo fosse amore, invece era mannaggialaputtanachimelhafattofare”. E per provare a strapparvi una risata con le numerose vignette che, con estremo cinismo, mettono in evidenza momenti di vita di coppia tra un boyfriend molto bastard e un altro molto innamorato. Io dico che vi farete più di una risata.

Partiamo con la definizione di Fidanzato Bastardo (quella di fidanzato e basta dovremmo conoscerla, ma accettiamo spunti nei commenti). È egocentrico ed egoista, non un eroe che si batte per il bene comune, bensì un antieroe che si batte per il suo di bene. Qui possiamo far entrare in scena un personaggio simbolo come Rhett Butler – sì, quello di Via col vento – che offre questa spiegazione di sé a Rossella: “Credo solo in Rhett Butler, è la sola causa che riconosco, il resto è ben poco”.

Ci sta già sulle palle, però ci piace. Ha fascino, è quello che puntualmente ci frega. Quando abbiamo a che fare con un Rhett, siamo così abili nel creare la nostra illusione d’amore, che non ci rendiamo conto di quello che (ci) sta succedendo intorno: tradimenti, bugie, critiche, scortesie. Se pensavamo che nessuno avrebbe mai potuto metterci in un angolo, come dellepiccole e ingenue Baby di Dirty Dancing, ecco, con il fidanzato bastardo possiamo anche iniziare a richiedere la residenza per quell’angolo. E nonostante gli amici cerchino di farci aprire gli occhi, i loro consigli “hanno l’efficacia di una camomilla contro il virus dell’ebola”.

Allora proviamo a giocare la carta della disillusione: “Sorridere, annuire e non mostrare il proprio dolore a chi l’ha causato, mettendo in atto la vendetta più efficace”. Perché noi, con tutta la sofferenza nel cuore, non rinunceremo mai alla nostra natura di romantici, innamorati e anche un po’ coglioni, ma loro, i bastardi, dovranno portare con sé il peso dell’anaffettività e della sofferenza nevrotica. Noi non saremo mai uguali al nostro fidanzato (o ex) bastardo, noi siamo e saremo per sempre le Rossella O’Hara che domani è un altro giorno.

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