La mia recensione pubblicata su Mangialibri:
“Al terzo giorno di permanenza dei Nipoti a casa sua, quando Eva, esasperata, avrebbe una gran voglia di mollare loro un paio di sberle manonsipuò, la Figlia chiama da Sharm”. E mentre le racconta che lì fa un caldo che si crepa, che il marito è il solito stronzo e che è giunto il momento della separazione, Eva ha un occhio rivolto al sugo e uno ai bambini che urlano e si rincorrono. Intanto aspetta l’arrivo di Sorellapia, che ha due soli amori nella vita: Gesù e il Don… All’angolo della via dove abita Eva c’è un chiosco di fiori gestito da Angelo e dalla figlia, Patti, che ha una stazza di oltre cento chili a cui deve i soprannomi di Bombolotto, Balena e Pallagonfiata. È la conseguenza della cucina emiliana della mamma e delle scorte di dolciumi comprati con la paghetta che le passa la nonna, anche lei oversize e orgogliosa di esserlo. Ma un giorno Patti si innamora di un ragazzo conosciuto in chat, e inizia a dimagrire a suon di verdura scondita e pesce lessato… I Carli sono i dirimpettai di Eva. Si chiamano entrambi Carlo e si sono conosciuti in un locale gay. “Per distinguerli, gli amici chiamano il più vecchio Carlolui e il più giovane Carlolei”. Per lasciare una traccia in questo mondo, è necessario fare un figlio, così Carlolui decide di mettere incinta una ragazza romena, alla quale poi darà trentamila euro per tornare in Romania, e continuare la sua storia d’amore con Carlolei e il piccolo Tommaso. Ma sarà questo piano a cambiare per sempre le vite dei due Carli, peggiorandole o, forse, migliorandole…
Tante piccole vite attorno a quella di Eva. Una madre, una nonna, ma soprattutto una donna che ha ancora voglia di innamorarsi e far innamorare. La sua storia si intreccia con quella degli altri personaggi presenti in queste poche pagine: Vecchiabimba, l’amica tutta rifatta che ama concedersi scappatelle extraconiugali con amanti più giovani, Pesca, ragazza madre che per mantenersi lavora come addetta alle pulizie negli uffici e di notte arrotonda con le richieste “extra” in un night della periferia di Milano, l’anziano Colonnello che assapora gli ultimi piaceri della vita con la giovane badante afro-peruviana. Sono tutte storie che all’inizio strappano un sorriso, ma che alla fine si tingono di cinismo e malinconia. In queste scenette si coglie il senso della vita con tutti i suoi dolori, i riscatti, le vendette e le gioie. Giuliana Giani presenta con piacevole e amara leggerezza quella che chiameremmo la gente comune, quella gente capace di vivere momenti di felicità e soddisfazione in mezzo alle sempre più numerose difficoltà e frustrazioni del nostro secolo.
[Leggendo questo libro, mi è venuta in mente questa canzone di Guccini]