Reporters Sans Frontiers ha pubblicato l’annuale rapporto sulla libertà di stampa nel mondo. L’Italia si è piazzata al 49° posto, perdendo ben 14 posizioni nel giro di tre anni. Superata da Guyana, Capo Verde, Namibia, Macedonia, Costa Rica. Insomma, il paese occidentale che si dichiara libero e democratico, a quanto pare non lo è in ambito giornalistico. Su 175 nazioni monitorate, potevamo fare di meglio. Ma non lo abbiamo fatto.
I motivi? Li spiega Jean-Francois Julliard, segretario generale dell’organizzazione internazionale Reporters sans frontierès: “Le azioni legali contro alcuni giornali italiani e stranieri“, perché “un primo ministro deve avere una soglia più alta di tolleranza alle critiche; le pressioni sui media pubblici”, perché “non è accettabile che Berlusconi abbia tanto da dire sui programmi della Rai, questo non è degno di un paese democratico e membro della Ue” e infine “l’appello molto grave, rivolto dal premier agli imprenditori, al boicottaggio pubblicitario di alcuni giornali, in particolare Repubblica”. Un episodio che Julliard giudica “allucinante: gli unici precedenti che ricordo sono avvenuti in Bielorussia e Zimbabwe”.
“L’Italia è il paese dell’Unione europea dove la libertà di stampa è più gravemente minacciata e Silvio Berlusconi, se non mette fine alla sua campagna contro i media rischia di ritrovarsi nella lista dei predatori della libertà di stampa in compagnia di personaggi come Gheddafi e Putin”.
Quindi, sarà in ottima compagnia. Tanto che proprio oggi il nostro presidente del consiglio ha raggiunto Pietroburgo, dove soggiornerà tre giorni per una visita privata all’amico Putin. Voci, infatti, sostengono che verrà festeggiato (in ritardo) il compleanno del premier russo. E sicuramente durante il party si lasceranno andare a ben altre libertà. Tanto poi ci pensano gli altri a sputtanarci, vero presidente?
Non ho elementi per entrare nel merito della graduatoria globale stilata da RSF, ma faccio alcune osservazioni.
Innanzitutto, chi conosce il sistema informativo francese sa che, nonostante abbia preso una china preoccupante negli ultimi anni, rimane di una qualità e di un pluralismo assolutamente non paragonabile a quelli italiani. Il 43° posto di fronte al 49° italiano mi meraviglia molto.
Analogamente, mi meraviglia il 20° posto degli USA. Non leggo spesso i giornali USA da quando c’è Obama, ma prima il ventaglio dell’informazione era piuttosto una forbice: di fronte ad una certa dialettica che rappresenta quella parlamentare, manca TOTALMENTE l’informazione alternativa. Insomma, “il Manifesto” in USA se lo sognano!
Siamo tutti d’accordo che un giudice dovrebbe essere imparziale. Ma siamo sicuri che RSF possa essere considerato un giudice imparziale?
Io ho seri dubbi: http://www.fisicamente.net/GUERRA/index-747.htm
Ciao! cometa
Allora, vado per punti che mi trovo meglio per rispondere:
1)In Francia non si possono lamentare, come dici tu c’è pluralismo e non solo, aggiungo io, a livello giornalistico. Anch’io mi aspettavo di trovare questo paese a una posizione migliore. Evidentemente l’Europa non è più così democratica come pensavamo.
2)Con Obama c’è più libertà di stampa. Lo stesso RSF, però, ha messo in evidenza che proprio il nuovo presidente USA ha posto il veto sulla pubblicazione delle fotografie di torture ai prigionieri afghani e iracheni (insomma, c’è qualche contraddizione da non sottovalutare). Comunque, l’Huffington Post ha superato il Washington Post. Noi, abbiamo “il Manifesto”, ma non un corrispettivo forte sul web.
3)RSF si basa sulle risposte che i giornalisti danno a un questionario sui vari gradi di libertà di stampa e sulle eventuali pressioni agli organi di informazione. Credo che la classifica sia stilata in modo abbastanza ragionato. Io la ritengo utile a livello indicativo. Poi, bisogna sempre considerare gli interessi e i finanziamenti che hanno alle spalle. Un po’ come per le nostre testate giornalistiche 😉
Grazie per il commento e per il link!
Io credo che in Italia più che un problema di libetà d’informazione ci sia quello di riuscire a tornare a fare cultura mediante l’informazione. Dovrebbe ritornare ad essere un po’ più seria via…
Riguardo al viaggio del Premier non sono d’accordo, Komunista Prevenuta!?!? Il suo è un viaggio della Speranza, per gli industriali italiani (si parlerà d’energia), per nuovi business (fabbriche dislocate lì) e poi… si credo abbia anche la speranza di … 😀
E’ che manca proprio la cultura Chit… E’ un problema che sta alla base. Per fare un esempio: tra 20 anni chi verrà inserito nella letteratura italiana del 2000? Non abbiamo più grandi scrittori, nè intellettuali. I giornalisti pensano solo a creare polemiche con le testate rivali. Io sono tanto sfiduciata 🙁
Il viaggio in Russia? Una gitarella per evitare di essere ucciso da uno degli iscritti al gruppo incriminato su facebook 😛