Che fine faranno i 369 miliardi di miliardi di bit immessi ogni giorno su internet? Ovvero, chi mai potrà usufruire in futuro di tutti questi dati che vengono in minima parte immagazzinati in periferiche di massa esterne e in gran parte “persi” a mano a mano che certi siti chiudono o che la tecnologia in cui sono custodite le informazioni diventa obsoleta? Così Lynne Brindley, direttrice della British Library, la biblioteca nazionale del Regno Unito, sottolinea il pericolo di mantenere viva la memoria dei nostri giorni: “Per coloro che verranno dopo di noi sarà più difficile studiare la nostra era. Per gli storici sarà una tragedia”. Ma creare uno spazio volto a raccogliere tutte queste informazioni (selezionando e distinguendo, mi auguro) potrebbe essere la soluzione al problema. Infatti, la biblioteca ha creato un dipartimento impegnato nell’archiviazione di e-mail, sms, immagini sul computer, in modo da poterli immagazzinare e custodire per i posteri ed evitando, quindi, un buco nero nella storia del ventunesimo secolo. Al momento il progetto prevede di salvare il materiale presente negli oltre 8 milioni di siti inglesi, con dominio “.uk”, per poi dedicarsi anche alla raccolta di siti e notizie relative alle prossime Olimpiadi di Londra.
Per quanto riguarda le “pagine scomparse” dalla rete (con musica, video, testi), è già attivo un Internet Archive, nato nel 1996 a San Francisco, che risulta essere utile anche per lo studio dell’evoluzione dei siti Web.
In Italia i sistemi bibliotecari non sono all’avanguardia come all’estero, soprattutto per i metodi di catalogazione e recupero delle informazioni. Ma per come stanno andando le cose nel nostro paese, forse non sarebbe male lasciare un buco nero di questo periodo e della sua triste storia.
te dirò, c’hai proprio ragione!
infatti, tanto per cambiare l’italia è indietro…
forse in questo caso non è un male…
Sì, un buco nero, come una rimozione. Ma ci saranno sempre rimandi nel futuro a questo buco di vergogna.