Mentre tutto il mondo si domanda cosa ne sarà degli Stati Uniti e dell’economia globale, problemi che destano, finalmente, preoccupazione anche nel nostro paese (è giunta alla fine la storiella che se il mercato Usa crolla, l’Italia non sarà minimamente toccata: il contraccolpo, seppur di poco rilievo, ci sarà, eccome), io voglio parlare della Spagna. Un po’ perchè tanto sugli Stati Uniti c’è già chi segue per filo e per segno gli affondi della Borsa, un po’ perchè tanto si rimarrà in questa situazione di stallo fino alle elezioni del nuovo Presidente Usa (ma guarda che strana coincidenza!). E, poi, un po’ perchè così ci sentiamo tutti cittadini del villaggio globale, senza soffermarci eccessivamente sul paese capitalista che sta soffrendo (?) la Grande Crisi del 2008.
España, quindi. Patria di Cervantes, Federico Garcìa Lorca, Picasso, Gaudì. O, se volete, degli Ska-P, di Penelope Cruz e del Real Madrid. Insomma, anche loro hanno “qualcuno” di cui vantarsi in tutti i campi. Ora, però, è diventata anche la patria dei cosiddetti “erasmus“, ovvero gli studenti che decidono di intraprendere l’esperienza universitaria all’estero. Ma anche l’esperienza del puro cazzeggio in terra straniera, che, si sa, ha un gusto tutto diverso. E, infatti, c’è chi alla fine di settembre pensa a rinnovare la tintarella in quel di Malaga. E, poi, il clima, le feste, la movida (quella vera!), i monumenti, i musei, le università: tutto andrebbe nella direzione del cosiddetto “vivere bene”.
Però fino a pochi anni fa, la Spagna, aveva non pochi problemi a livello economico. E anche lo stile di vita non era dei migliori. Poi, soprattutto con Zapatero e le sue riforme di liberalizzazione, “il paese è riuscito a ottenere una crescita annua forte. Il turismo e l’edilizia, insieme alla flessibilità del lavoro, hanno contribuito alla riduzione della disoccupazione”. Gli italiani in Spagna sarebbero circa 70.000 tra residenti, studenti Erasmus e giovani in cerca di un futuro migliore con posti di lavoro meglio retribuiti rispetto a quelli di casa nostra. Ma, ad oggi, la realtà dei fatti è ben diversa: mezzo milione di disoccupati in più, famiglie indebitate, capitali in fuga.
Casimiro Garcìa-Abadillo, vicedirettore de El Mundo, ha analizzato l’andamento economico del paese: dal 1996 al 2007 il consumo interno è aumentato e il settore immobiliare, in cui si sono concentrati i risparmi, è stato protagonista di un vero e proprio boom, soprattutto grazie a crediti a tassi agevolati e aiuti fiscali nell’acquisto di abitazioni. Ma, durante l’ultimo anno, le congiunture sfavorevoli, quali il rialzo del prezzo del petrolio, l’aumento dei tassi di interesse, il deterioramento del contesto internazionale, la crisi finanziaria, che ha portato a una restrittiva politica creditizia delle banche, e un taglio ai fondi europei, hanno fatto in modo che la crescita del paese sfiorasse lo 0% in 12 mesi.
Insomma, gli spagnoli si sono lasciati andare a un consumismo sfrenato e hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità. Giustamente, alla fine, date le premesse più che positive del governo Zapatero. E ora è crisi, la recessione giungerà entro la fine del 2008. Periodo nero per la tierra caliente d’Europa. Sarà davvero la fine del “sogno spagnolo” per gli iberici e per tanti studenti e giovani in cerca di lavoro? Intanto, tutti i miei amici continuano ad andarci in Erasmus.
Con Don José María Aznar, España iba bien……
Anche molti (bastardi) dei miei amici hanno soggiornato in spagna per parecchi mesi, arrotondiamo per alcuni ad un anno. Riguardo Zapatero e il boom edilizio, oltre alle congiunzioni del nuovo assetto economico che hanno inevitabilmente finito per impattare sull’iberica penisola in piena corsa verso la modernizzazione (hanno azzardato un sorpasso che si sta rivelando contromano) vi è anche da incolpare una strategia troppo aggressiva, che pur di velocizzare la riforma urbanistica si è lasciata andare a maneggi poco chiari, cadendo nel vortice del mondo degli appalti sporchi, di alcuni illeciti e via dicendo, uno dei motivi che ha poi causato una tra le prime fiammate di impopolarita del sempre serio Zapatero e che hanno non di meno influito anche su questa avvisaglia di recessione
hola…non è stata una buona idea gonfiare il mercato con gli immobili se ne stanno accorgendo ovunque, in spagna come in usa pagheranno i cittadini per le scelte sbagliate dei loro stati…
Nonostante la crisi i vertici del governo spagnolo sono fiduciosi…
Andremo a bagno tutti.
Byez
Innanzitutto: bellissimo post. E siccome mi sento chiamata in causa, commento volentieri. Da molto tempo, ormai, i telegiornali parlano della crisi economica spagnola e dell’aumento dei prezzi (che io personalmente non riesco a cogliere appieno, dato che rimangono comunque mooolto, ma molto più bassi dei nostri).
E’ un dato di fatto indiscutibile a cui bisognerà cercare di porre rimedio.
Secondo me, però, i mezzi di comunicazione non fanno la cosa migliore continuando a proporre servizi sul rincaro di questo e del talaltro bene, con annesse difficoltà della gente ad arrivare a fine mese. Ovvio che l’informazione va data, ma in questo modo si dissuade ancor di più la gente a comprare e l’economia va sempre peggio.
Non so, magari è un’idea contorta e senza senso, ma la soluzione dovrebbe arrivare dall’alto. E tutto quest’allarmismo mi sembra un tantino senza senso. Rimboccarsi le maniche invece che piangere, insomma.
In questo momento credo che siano veramente poche le nazioni che possono vantarsi di non rischiare la recessione.
@Filomeno: mi sembra un po’ azzardato dire che la Spagna stesse meglio con Aznar… in fin dei conti, Zapatero ha modernizzato un paese che era arretratissimo in tutti i settori. Per la crisi attuale, credo ci sia stata un’eccessiva leggerezza nel valutare i cambiamenti e le riforme economiche a distanza di tempo… poi, non sono economista, non me ne intendo benissimo, quindi, evito di entrare nello specifico degli errori.
@Paz83: diciamo che si sono goduti per qualche mese tutto quello che non hanno avuto in questi anni. In fondo, stavano messi davvero male e sono stati attratti da questo spiraglio di benessere. Gli illeciti ci sono e ci saranno sempre, quindi, a questo punto, si spera che almeno si riesca a vivere dignitosamente (so che la parola dignità contrasta con quella di illecito, ma tant’è!).
@Mattomatte: niente di nuovo, quindi. Siamo sempre le vittime (però ammettiamo che, a volte, siamo anche i carnefici di noi stessi).
@Steve Mc Queen: saranno anche fiduciosi, ma sentirli parlare senza mezzi termini di “crisi e recessione” non prevede nulla di buono per il futuro. Più che a bagno, andranno alla deriva.
@Ilaria: sapevo che non mi avresti delusa. Ed era proprio del tuo parere da neo-erasmusina spagnola che avevo bisogno. Lo sappiamo entrambe come funzionano i mezzi di comunicazione, il loro scopo è dissuadere e convincere di un dato fatto, qualsiasi esso sia, dalla crisi economica alla paura dello straniero. Però, ormai, non so quanto davvero siamo così influenzabili dai media: cioè, io quando vado a fare la spesa, mi accorgo che un pacco di pasta è aumentato sconsideratamente di prezzo, al di là che il giorno prima abbia visto in tv un servizio sui rincari. L’informazione spagnola non so come gestisce il problema… tu ne sai niente? Anzi, perchè non mi fai da inviata e non vai a “El Pais” per domandare??!! 😀
@duhangst: verissimo, ma è anche effetto del grande mercato globale con il quale bisogna fare i conti… essere cittadini del mondo significa, purtroppo, anche questo.
posto ilaria… io vivo a barcellona (sono milanese e vivo in soanga per amore)..e i prezzi sono più cari di milano.. certo non in tutto.. però in tante cose si..
però basta già guardare i prezzi dell’immobile al metro quandrato, i prezzi dei mezzi pubblici (una corsa metro BCN 1,35 milano 1 euro..) e altre cosettine…
e soprattutto la qualità dei prodotti che ci sono a barcellona è di molto inferiore rispetto a quella nostrana…
la spagna era trascinata da una “mattone” in rapidissima espansione.. ed ora crollate le case.. crollano le occupazioni.. `el paro en 11% circa.. il doppio rispetto all’italia che mantiene un 5% (meglio della media EU)…
e che dire della crescitá.. italia stagnante..si un 0% di crescita.. ma annualmente perde solo un 0,2%… la spagna passa da un 4,5 a -0,2%… 4,7% in meno!! che caduta..
forse è la fine del sogno spagnolo.. forse è ora che in italia ricominciamo ad apprezzare le nostre bellezze e fortune!