14 febbraio 2014
Recensioni

Monty Python’s Night

democomica

Sapete chi sono i Monty Python? Sono un gruppo di comici inglese che dalla fine degli anni ’60 alla metà degli anni ’80 ha rivoluzionato il mondo della comicità con battute senza soluzione di continuità. Battute che portavano con sé riferimenti culturali e viaggiavano su un filo che collegava passato e presente. Esiste un libro per conoscere da vicino la loro storia , e Youtube è pieno di video di sketch come questo.

Ma continuiamo con l’interrogazione.

Sapete chi sono i Democomica? Sono un gruppo di comici italiani che negli ultimi anni è esploso sulla esilarante scena teatrale milanese con uno stile che non passa inosservato. Scordatevi le battute demenziali. I Democomica, anche quando ci provano, non riescono a essere demenziali al 100%. C’è sempre quel riferimento a un fatto dell’attualità, della storia, della vita intellettuale che ci circonda, anche quando non ce ne accorgiamo. Ecco il legame con i Monty Python. Quindi, perché non realizzare uno spettacolo tributo ispirato proprio al gruppo inglese? Allo Zelig di viale Monza si è tenuto così il Monty Python’s Night, due serate che hanno visto come protagonisti il nonsense acuto e intelligente, il divertimento, la risata che parte improvvisamente e non ha intenzione di lasciarti andare. Tutto sotto la direzione e la sapiente competenza di Antonello Taurino, regista e attore, che grazie a Robin Scheller, Fabio Di Dario (il mio nuovo idolo), Enrico Veronica  e Paolo Brandolini, ha regalato ore di puro godimento a tutti i presenti. Soprattutto a quella parte di pubblico che aveva freschi argomenti dell’ultim’ora come i trend topic sui gattini e non era troppo sensibile alle battute provocatorie – ma fenomenali – sulla Chiesa, la Madonna, Dio e tutto il clero.

Considerando che lo spettacolo è iniziato alle 21.30, e che io alle 21.50 fossi già con un fazzoletto in mano per asciugarmi le lacrime, la dice lunga. E sì, che sono una persona propensa alla risata, ma per farmi andare in iperventilazione ce ne vuole. I Democomica hanno avuto questo potere. Tra lo sketch della banda di criminali che operano solo nella legalità, quello sui compositori dimenticati perché con nomi da diecimila caratteri spazi inclusi, quello sull’Inquisizione spagnola che arriva a sorpresa quando meno te l’aspetti e la scena dei lord inglesi (molto milanesi vintage) che ricordano gli anni passati in povertà, in una gara a chi fosse più nella melma (“Ah, ti piaceva usare i fanghi di Alga Guam”, direbbe il gentleman Robin Scheller), i tempi morti sono stati pari allo zero. E si sa, la tempistica nella commedia fa la differenza. Un contributo prezioso è stato dato anche dalla presenza di Davide Zilli, che ha composto le musiche dello spettacolo e il magnifico pezzo sulla fidanzata londinese , la quale farebbe meglio a tenersi l’amore e la pioggia.

I Democomica mi hanno rimesso in pace con il mondo della comicità. Adesso so che c’è speranza, una speranza che ho voglia di alimentare, seguendo il gruppo al Circolo Cicco Simonetta di Milano, in cui gli attori si esibiscono ogni settimana.

Istruzioni prima dell’uso: se decidete di andare a un loro spettacolo, sappiate che il trucco colerà e i battiti del cuore aumenteranno notevolmente. Ricordatevi di portare un pacchetto di fazzoletti e delle pastiglie di valeriana.

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