19 marzo 2009
Attualità, Dal mondo, Politica, Società

Peccato che Ratzinger senior non abbia usato il preservativo…

La maggior parte dei paesi europei non appoggia le parole del Papa sulla questione preservativi in Africa.  La maggior parte dei politici italiani (tutti) ha pensato bene di tacere sulle sentenze divine del Santo Padre. Persino l’ex primo ministro francese Alain Juppé (sostenitore di Sarkozy) ha dichiarato:  “Questo Papa comincia a diventare un problema vero, vive una situazione di totale autismo”.

Ecco, io mi domanado: perchè nel nostro paese nessuno si accorge di questo flagello tedesco sempre più difficile da combattere? Più gli anni passano e più gli consentiamo di esternare stronzate quotidiane che interessano esclusivamente pochi (e inutili) fedeli.

preserv

Ratzinger non vuole che vengano distribuiti preservativi in Africa? Allora neanche lui e i suoi amici dovranno usarli durante la permanenza nel continente nero (scusate il cinismo, ma spero che  la malattia del secolo colpisca loro in una gravissima forma già  allo stato avanzato!). Ma sì, lasciamo che le popolazioni africane periscano dei propri mali, con tanto di sofferenze ed epidemie al seguito. Più la condizione terrena risulta dolorosa, più si avrà un posto in prima fila nel Regno di Dio. Queste sono le regole.

Il pastore tedesco sostiene che i preservativi non sono la soluzione, bensì verrebbero a creare ulteriori problemi. Ma era una battuta? Perchè sinceramente io non l’ho capita. Quest’uomo si ingegna a fare del sano terrorismo psicologico, piuttosto che diffondere la buona novella in giro per il mondo (e non so quale sia meglio tra le due, a questo punto…).

Comunque, se il soggiorno in Africa lo rende più attivo e prolifico nell’esternare perle di saggezza… beh, può anche restarci fino a tempo indeterminato. Noi, non sentiremo la sua mancanza.

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16 thoughts on “Peccato che Ratzinger senior non abbia usato il preservativo…

  1. E’ la solita vetusta stupidità della chiesa.
    L’Italia è paese fondamentalmente formato da persone credenti, centriste, Dc in una sigla, per cui nessuno dei politici se la sente di esporsi e dire ciò che è giusto dire.
    La cosa incredibile è che ce la facciano.
    Voglio dire, per fare un esempio… mi invitano a cena, ci si mette a parlare… dopo una, due, tre, quattro cazzate del padrone di casa, beh ci passo sopra, dico la mia gentilmente… poi se continua e passa la misura un bel vaffanculo non glielo leva nessuno…

  2. E’ vero, in Italia c’è stato un silenzio bipartisan sulle parole di Razinger.
    Zitto il Pd, il Pdl e addirittura Di Pietro…
    Probabilmente il perchè è da ricercare nella potenza economica che il Vaticano rappresenta in Italia. 1/4 delle case di Roma sono di proprietà della Santa Sede. Sono numeri pazzeschi, ma anche una goccia in un mare se si pensa al colosso finanziario che ancora è lo IOR.
    Insomma, quello che voglio dire è che non credo che dietro il silenzio ci sia solo la fede nella religione cristiana. Ci sono probailmente interessi economici, così forti che all’occorrenza possono imporre quasi tutto. Anche il silenzio.

  3. penso che sostituire il caro Papa che ci ha lasciato anni fa non sia facile
    ci aveva abituati diversamente
    e credo proprio che sarà molto difficile che questo o i prossimi che arrivano riusciranno a farsi amare così tanto
    certo questo di cavolate ne spara una dietro l’altra…

  4. Ma lui lo fa per evitare delle tragedie: lo sai quanti preti sono morti soffocati utilizzando i preservativi?

    Ciaooooo e grazie per essere passata dal mio blog 🙂

  5. Invece di fare i soloni, che fa rima con pecoroni, bisognerebbe analizzare esattamente cosa ha detto il papa e verificare quale sia la situazione HIV in Africa, verificando le analisi di studiosi che si occupano specificamente del problema.

    Uno spunto di riflessione

    Durante il famoso viaggio aereo alla domanda sul problema dell’HIV in Africa il papa ha detto: «Penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti…. Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di preservativi, al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto con le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, ad essere con i sofferenti».

    Un’ intervista ad un esperto (Edward Green è il direttore dell’Aids Prevention Research Project della Harvard School of Public Health and Center for Population and Development Studies)

    Qual è la sua opinione?
    “Io sono un liberal sui temi sociali e per me è difficile ammetterlo, ma il Papa ha davvero ragione. Le prove che abbiamo dimostrano che, in Africa, i preservativi non funzionano come intervento per ridurre il tasso di infezione da Hiv. Hanno funzionato, per esempio, in Thailandia e Cambogia che hanno dinamiche epidemiologiche molto diverse”.
    In una recente intervista a National Review Online, lei ha detto che non vi è alcuna consistente relazione tra l’uso del preservativo e un più basso tasso di infezione da Hiv. Può approfondire questa affermazione?
    “Quello che si riscontra in realtà è una relazione tra un più largo uso di preservativi e un maggiore tasso di infezione. Non conosciamo tutte le cause di questo fenomeno, ma parte di esso è dovuto a ciò che chiamiamo compensazione del rischio. Significa che chi usa i preservativi è convinto che siano più efficaci di quanto realmente sono, finendo così per assumere maggiori rischi sessuali. Un altro fatto che è ampiamente trascurato è che i preservativi sono usati in caso di sesso occasionale o a pagamento, ma non sono usati tra persone sposate o con il partner abituale. Perciò, una conseguenza dell’incremento nell’uso dei preservativi può essere un aumento del sesso occasionale”.
    Quindi, per quanto sorprendente, è provato che un maggior utilizzo di preservativi è collegato ad un più alto tasso di infezione?
    “Si è cominciato a notare qualche anno fa che, in Africa, i paesi con maggiore disponibilità di preservativi e tassi superiori di loro utilizzo avevano anche il più alto tasso di infezione da Hiv. Questo non prova una relazione causale, ma ci avrebbe dovuto portare qualche anno fa a valutare in modo più critico i programmi relativi all’utilizzo del preservativo”.
    Oltre il caso dell’Uganda, vi sono altre prove che il modello cosiddetto ABC (Abstinence, Be faithful, Condom) possa funzionare?
    “Stiamo osservando il declino dell’Hiv in almeno otto o nove paesi africani. In tutti i casi, la proporzione di uomini e donne che dichiarano rapporti sessuali con molti partner è diminuito qualche anno prima che noi riscontrassimo questo declino. Tuttavia, molti programmi contro l’Aids mettono l’accento su preservativi, controlli e farmaci: questo ampio cambiamento nel comportamento è quindi avvenuto malgrado questi programmi, che hanno posto l’enfasi su elementi errati (almeno per l’Africa). Sono contento di riferire che i due paesi con il più alto tasso di infezione, Swaziland e Botswana, hanno lanciato campagne mirate a scoraggiare i rapporti sessuali con partner multipli e contemporanei. L’astinenza tra i ragazzi è un altro fattore, ovviamente. Se le persone cominciano a fare sesso in un’età più adulta avranno meno partner sessuali durante la loro vita, diminuendo così le probabilità di contrarre infezioni da Hiv”.
    Quindi, nella lotta contro l’Aids la riduzione del numero dei partner sessuali è uno dei fattori più importanti.
    “Come ho già detto, è la sfida più importante in questa battaglia”.

  6. Ho notato la censura, scusate, ingenuamente non avevo capito che questo e un puro luogo di insulti a senso unico dove i fatti non interessano minimamente.

    Complimenti per l’apertura mentale e la vivace intelligenza.

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